Il bradisismo e la paura urlata sui social

Gli esperti di bradisismo sono gli unici legittimati a parlare in questa giostra impazzita di aggettivi incauti, di fancazzisti del web, di pronostici per «sentito dire»

Gente in strada a Pozzuoli assistita dalla Protezione civile
Gente in strada a Pozzuoli assistita dalla Protezione civile
di Vittorio Del Tufo
Sabato 4 Maggio 2024, 10:00
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​Faccia con comodo, direttore

Eike Schmidt: «Se perdo a Firenze torno a Capodimonte». Parole (indigeste) e musica (stonata) del candidato sindaco della città degli Uffizi, che nel frattempo ha congelato il ruolo di direttore del Museo di Capodimonte, mettendosi in aspettativa. Uno dei più grandi musei del mondo ridotto a paracadute, ripiego, ruota di scorta. I visitatori, intanto, sono in caduta libera. Faccia con comodo, direttore. 

La fabbrica delle paure 

La paura urlata dai social, le parole ferme dei vulcanologi.

In mezzo ci siamo noi, l’ombra scura di una minaccia incombente, la sensazione diffusa che la situazione non sia del tutto sotto controllo. Ma gli esperti di bradisismo sono gli unici legittimati a parlare in questa giostra impazzita di aggettivi incauti, di fancazzisti del web, di pronostici per «sentito dire». Ha ragione Piero Sorrentino (domenica sul Mattino): la scienza va comunicata. Ci sembra che le sentinelle che sorvegliano il Vesuvio e i Campi Flegrei, intervistati un giorno sì e l’altro pure, lo stiano facendo. I so-tutto-io di turno, dai vaccini-killer all’allineamento delle stelle, servono a fabbricare like e paure, non a fare informazione. 

Gli scarichi e la storia 

Scongiurare la possibilità che gli scarichi fognari dell’area Ovest finiscano nel mare di Coroglio e della Gaiola non è solo un imperativo ecologico, dettato dalla necessità di tutelare il nostro paesaggio ambientale. È una battaglia di civiltà: secoli di storia si sono sono forgiati in quel tratto di mare, caro ad Augusto e a Virgilio, e prima ancora ai padri fondatori della città. Cancellare la memoria - e sporcarla con i liquami - è un delitto: soprattutto quando è la nostra memoria d’acqua, di lava e di pietra. 

Il prof che moltiplicava i saperi 

È stato ispiratore e maestro per generazioni di architetti, ma anche di urbanisti e storici dell’arte: perché teorizzava la moltiplicazione dei saperi, e nella sua visione del mondo, della vita e delle discipline accademiche, tutto si coniugava. Le sue lezioni erano sempre una rivelazione, oltre che uno spettacolo, perché cambiavano - in chi lo ascoltava - il modo di vedere e leggere d’arte. Di Renato De Fusco, il grande storico dell’architettura scomparso martedì a 94 anni, gli studenti non apprezzavano solo il magistero potente e coltissimo, e la voce che sferzava l’aria di Palazzo Gravina come una lama, ma anche la straordinaria umanità. Addio maestro, ci mancherai. 

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