Ha completamente mutato stile di vita. Si è allontanato dal crimine, ha iniziato a lavorare e ha anche svolto attività di volontariato. In una espressione: è un uomo nuovo, cambiato, che ha scontato alcuni anni di cella (per altre rapine e altri fatti di natura penale) e che ha lasciato alle spalle un mondo fatto di violenza e sopraffazione. Sono queste le motivazioni che hanno spinto i giudici della decima sezione del Tribunale di Napoli, collegio B (Alessandra Cantone, Paola Lombardi e Alfonso Scermino) a rimettere in libertà Salvatore Allard, oggi 59enne. Una scarcerazione firmata alcune settimane fa, di cui oggi si conoscono le motivazioni. Parliamo del presunto assassino del sovrintendente della Polizia di Stato Domenico Attianese, che - libero dal servizio - intervenne in una gioielleria per sventare una rapina.
Un caso che risale al 4 dicembre del 1986, quando Attianese svolse fino in fondo il suo dovere. Allertato dalla figlia che era in corso una rapina in una gioielleria, il poliziotto provò a sventare il colpo. Fu affrontato da tre malviventi che, in superiorità numerica, immobilizzarono il poliziotto e lo uccisero. Un colpo all'altezza dello zigomo, esploso a sangue freddo. Per questa vicenda, il pm Maurizio De Marco (e l'aggiunto Pierpaolo Filippelli) ha indagato Allard e il suo presunto complice Giovanni Rendina (oggi 60enne, tuttora detenuto per questo reato), sulla scorta di una analisi delle impronte digitali cristallizzate dalla scientifica in quel giorno di inverno di 38 anni fa.
Ma torniamo alle indagini. Al netto della scarcerazione di Allard, gli inquirenti sono a caccia del terzo indagato. Parliamo dell'uomo vestito con abiti eleganti che avrebbe simulato l'acquisto di gioielli, consentendo l'ingresso in gioielleria di Allard e Rendina (che, giusto ribadirlo, vanno ritenuti innocenti fino a prova contraria)
La rapina del 1986
Tornoamo a quel 4 dicembre 1986, nella gioielleria Romanelli di Pianura, il Sovrintendente principale della Polizia di Stato, Domenico Attianese, intervenne per sventare la rapina. Era fuori servizio e in compagnia della figlia 14enne, che - appena qualche mese fa - ha svolto un ruolo decisivo, riconoscendo i due indagati finiti in cella.
Ha spiegato Carla Attianese ai pm: "Non dimenticherò mai quello che ho visto in quella gioielleria".
Il caso
Dopo I'omicidio di cui è rimasto vittima il Sovrintendente principale della Polizia di Stato Attianese, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza gli ha dedicato la Caserma dove ha sede il Commissariato San Paolo, sua ultima sede di servizio.
Il Comune di Napoli gli ha dedicato e intitolato un giardino pubblico, il Parco Attianese, che si trova in Via Provinciale Napoli, nel quartiere di Pianura dove Domenico Attianese viveva con la sua famiglia. Nel maggio del 1987 Attianese è stato insignito della Medaglia d'oro al valor civile ritirata dalla moglie e dalle 2 figlie.