Il Consiglio comunale di Savignano Irpino, riunito in seduta straordinaria, con la presenza in sala anche dei sindaci di Ariano Irpino, Enrico Franza, di Greci, Nicola Luigi Norcia, e di Montaguto, Marcello Zecchino, e di alcuni comitati ambientalisti, ha detto ufficialmente «no» all'impianto per il trattamento di fanghi in località Ischia, per il quale è stata chiesta regolare autorizzazione alla Regione Campania.
Il voto, tuttavia, porta con sé un epilogo imprevisto: si è dimesso l'assessore Teresa Lombardi ed ha annunciato di uscire dalla maggioranza il consigliere comunale Gianni Cirignano. Per arrivare ad un deliberato che fosse votato all'unanimità, si è sviluppato, insomma, un dibattito particolarmente acceso, nel corso del quale l'opposizione ha puntato il dito nei confronti del sindaco, Fabio Marra Scarpone, accusato di mostrare qualche titubanza rispetto ad una volontà unanime del resto del consiglio e dell'opinione pubblica per impedire un insediamento industriale che - a detta loro - farebbe solo del male al territorio. La delibera di Giunta è indirizzata anche ai Governatori di Campania De Luca e Puglia Emiliano, affinché possano attivarsi per negare le autorizzazioni richieste.
Il sindaco Della Marra Scarpone ha provato a illustrare la posizione assunta dall'esecutivo, ribadendo la sua sostanziale contrarietà all'insediamento dell'impianto per il trattamento di fanghi. Ma il primo cittadino ha anche insistito sul fatto che bisogna discutere su dati e rilievi certi per contrastare meglio l'operazione avviata in Regione. Per l'ex sindaco Oreste Ciasullo non ci possono essere incertezze rispetto ad un insediamento che non giova al territorio. Né in termini occupazionali né ambientali. «Sono orgoglioso - ha ribadito - di aver avanzato la proposta per negare tale insediamento a località Ischia». Naturalmente non sono mancati gli interventi a difesa del sindaco.
Per l'assessore Angela La Porta la vicenda è stata gestita in piena trasparenza e il sindaco non merita critiche.
Il «no» dei comuni di Savignano, Montaguto, Greci, Ariano Irpino, e degli altri dieci comuni pugliesi dell'Associazione dei Monti Dauni, così come l'opposizione di ambientalisti e operatori commerciali locali, non è quindi un mero esercizio di principio, ma un richiamo alla necessità di considerare con la massima serietà gli effetti complessivi dell'impianto sulle comunità umane e sull'ambiente. Richiede una riflessione approfondita sui valori che vogliamo privilegiare e sulla direzione che intendiamo dare allo sviluppo del territorio, ponendo la salute delle persone, la tutela dell'ambiente e il rispetto per il tessuto sociale e culturale al di sopra degli interessi economici a breve termine. La Regione Intanto deve pronunciarsi entro il 12 aprile.