Salerno, negozio on line in bancarotta: due arresti e sequestri milionari

Quattordici le persone indagate: vendevano prodotti che poi non spedivano

Finanzieri a lavoro
Finanzieri a lavoro
di Petronilla Carillo
Giovedì 25 Aprile 2024, 06:40 - Ultimo agg. 09:01
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Bancarotta fraudolenta, riciclaggio e auto riciclaggio: sono i reati contestati nell'ambito di un'indagine della Guardia di finanza e della procura di Salerno, diretta dal procuratore capo Giuseppe Borrelli, e che ha portato ai domiciliari due persone, Angelo Leone e Giuseppe Pagnotta, quest’ultimo originario di Cava de’ Tirreni ma residente in Spagna. Quattordici le persone indagate tra le provincie di Salerno, Napoli e Terni; un milione e 76mila euro la somma sequestrata complessivamente a cinque persone ritenute organiche al gruppo. La società fallita è la Bushop, di fatto amministrata appunto da Leone, un negozio on-line che commercia prodotti informatici: la ditta avrebbe inoltrato alla società Nexi (gruppo finanziario che fornisce servizi e infrastrutture per il pagamento digitale a banche, aziende, istituzioni e pubblica amministrazione) ben 3.319 richieste di storno - per oltre 890mila euro - presentate da clienti a cui non erano stati consegnati i prodotti acquistati sul web.

La Nexi ha provveduto a riaccreditare le somme sulle carte di credito con le quali i clienti avevano effettuato gli acquisiti, e poi chiesto il rimborso - ma senza ottenerlo per incapienza patrimoniale - alla Bushop.

Secondo gli inquirenti la società avrebbe dirottato il denaro dei clienti attraverso molteplici bonifici a vantaggio dei destinatari delle misure cautelari senza che ci fossero valide ragioni economiche alla base. È in questo contesto che un ruolo fondamentale sarebbe stato svolto, appunto, da Pagnotta il quale, pur non avendo cariche societarie, indirizzava Leone sui destinatari dei bonifici.In relazione all'insolvenza della Bushop l'ufficio inquirente coordinato dal procuratore Giuseppe Borrelli ha chiesto e ottenuto dal tribunale la sua liquidazione giudiziale che ha anche portato alla contestazione del reato di bancarotta fraudolenta documentale, patrimoniale e impropria.

Le indagini partono proprio da una querela presentata da un responsabile della Nexi. La Nexi e la Bushop nel 2018 avevano stipulato una convenzione che prevedeva divise punti di accettazione dei pagamenti con carte di credito per la vendita on line attraverso, appunto, il sito della Bushop la quale, a sua volta, offriva ai propri clienti la possibilità di ottenere sconti sul prezzo di acquisto in relazione alla tempistica di spedizione scelta dal cliente, secondo il meccanismo del buy&share. In pratica l’acquirente effettuava l’ordine sul sito scegliendo tra le opzioni di spedizione e, a seconda della scelta, otteneva lo sconto che era tanto maggiore quanto più lontana era la data di ricezione del prodotto ma, contestualmente all’ordine, doveva effettuare il pagamento. In caso di mancato recapito del bene, aveva diritto al rimborso.

La Nexi aveva dunque messo a disposizione dell’altra società diversi punti di accettazione di pos on line e, in caso di acquisti con carta di credito, dopo aver riscontrato la genuinità del pagamento, procedeva all’accredito delle somme sul conto corrente di riferimento del venditore. La Nexi metteva anche anche il portale nella cui area riservata venivano inoltrate le richieste di rimborso alla Bushop inviando poi una successiva richiesta proprio al venditore.

All’inizio del rapporto non erano emerse anomalie ma, successivamente, la Nexi si è ritrovata una serie di richieste di rimborso (per 890mila euro) senza negoziare alcuna transazione , esponendosi a danno economico. Le indagini dei finanzieri hanno poi portato all’individuazione di tutti i soggetti.

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