L’amministrazione Biden «sta valutando la possibilità di accogliere negli Stati Uniti i rifugiati palestinesi schiacciati a Gaza tra Israele e Hamas».
Recita esattamente così un comunicato ufficiale della Casa Bianca, con l’iniziativa che riguarderebbe in particolare i familiari diretti dei palestinesi cittadini americani o comunque i residenti permanenti.
Neanche il tempo di diffondere la nota ed ecco che l’opposizione repubblicana impazzisce.
«Spaventoso, una nazione che si sta suicidando», tuona la stampa di destra. Mentre è secco il «No» di senatori e deputati del partito dell’elefantino. «Zero ammissioni per tutti coloro che hanno un passaporto palestinese», fa eco il deputato Tim Tiffany al senatore Josh Hawley.
Con il comitato nazionale del Partito Repubblicano che, in un tweet e in un comunicato, ci va giù ancora più duro:
«Non soltanto il confine spalancato», quello con il Messico naturalmente (da cui si stima siano già entrati 15 milioni di immigrati clandestini, ndr), «ora Biden vuole importare pure persone che hanno supportato l’uccisione e lo stupro degli israeliani».
È muro contro muro, è caos.
Biden deve rispondere alle critiche intestine allo stesso Partito Democratico e, con 35mila civili morti sulla coscienza, e con le università di tutto il Paese in pericolosissima agitazione, deve in qualche modo risolvere la situazione dei profughi, o quanto meno mostrare che gli stia effettivamente a cuore la questione.
Ma Trump e i repubblicani non lasciano scampo, il sostegno della destra a Israele è assolutamente incondizionato, e il solo ipotizzare una soluzione del genere infiamma dibattito e sfida per la Casa Bianca.
Comunque vada, sarà un disastro.
