Continua a far discutere il caso di Julian Assange. Secondo quanto riportato da "The Wall Street Journal", il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti starebbe valutando se consentire al cofondatore di WikiLeaks di dichiararsi colpevole di un'accusa "ridotta" relativa alla distribuzione illegale di materiali classificati, aprendo le porte a un accordo che metterebbe fine a una battaglia legale lunga quattordici anni.
Ipotesi patteggiamento
In carcere a Londra dal 2019, da anni Julian Assange sta combattendo una lunga battaglia legale con il governo britannico per evitare l'estradizione negli Stati Uniti e affrontare il processo per aver pubblicato migliaia di documenti militari riservati a partire dal 2010.
Cosa cambierebbe
Se l'accordo dovesse passare e se i pubblici ministeri dovessero permettere ad Assange di far valere l'accusa statunitense di "cattiva gestione di documenti riservati", il reato del cofondatore di WikiLeaks risulterebbe minore, e ciò consentirebbe al 52enne australiano di evitarsi altro tempo in prigione. Gli anni trascorsi dietro le sbarre a Londra conterebbero infatti ai fini di qualsiasi condanna negli Stati Uniti, e permetterebbero ad Assange di lasciare il carcere poco dopo la firma dell'accordo. Un'ipotesi, questa, che verrà messa al vaglio nelle prossime settimane dall'Alta Corte britannica, e che potrebbe mettere così fine a una battaglia legale durata quattordici anni.