Francesca Fagnani a Napoli: la presentazione da Foqus

La conduttrice di «Belve» presenta un sorta di romanzo criminale senza alcuna retorica criminale

Francesca Fagnani
Francesca Fagnani
di Antonio Pascale
Giovedì 9 Maggio 2024, 07:00
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Francesca Fagnani ha tre qualità personali che formano poi una poetica, uno sguardo sul mondo molto particolare e originale, poetica e sguardo che hanno fatto del suo programma Belve un vero cult, reinventando il genere interviste, che tra l’altro, ha natali molto nobili, trasformando insomma l’intervista non nel classico e concordato botta e risposta col famoso di turno, ma in una sorta di racconto inchiesta dove le luci e le ombre del personaggio vengono fuori, piano piano, seguendo un percorso narrativo. Ora, queste sue tre qualità le sono servite anche per scrivere il suo libro d’esordio (uno degli esordi più belli di questi mesi), Mala, Roma criminale (Sem), un saggio inchiesta diverso dai soliti saggi e inchieste, che si presenta oggi a Napoli: alle 19 da Foqus, in via Portacarrese a Montecalvario 69, con l’autrice saranno presenti il sindaco Gaetano Manfredi e Carlo Puca. 

Allora, queste tre qualità: Francesca Fagnani ha un tasso di sopportazione della retorica molto basso, i massimi sistemi l’annoiano. È poi maniacale, conserva un’attenzione al dettaglio fuori dal comune.

Terza qualità: è una studiosa. Lavorandoci insieme da molti anni mi sono reso conto che ogni intervista viene preparata studiando tutto quello che c’è da sapere del personaggio. Ogni intervista per lei è un esame, ma non un esame complementare, ma quello della vita, vale per il grande ospite e per quello di minor caratura. Queste tre caratteristiche rendono questo libro sulla mala romana (ma non solo romana) un libro originale.

Prima di tutto, non sopportando essa stessa la retorica, non c’è nessun tipo di retorica della criminalità. Poi c’è l’attenzione al dettaglio, che qui serve a unire insieme dettagli che sembrano ai più di scarso valore. Infine, ha studiato con grande passione questa storia che parte con l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, notissimo in alcuni ambienti, capo ultras della Lazio, punta di spicco del narcotraffico romano, ma nell’immaginario collettivo non di quei boss popolari. L’omicidio di Piscitelli, il 7 agosto, 2019, al parco degli Acquedotti, Roma segna l’inizio di un perturbamento negli equilibri criminali. E Fagnani si mette di buzzo buono a raccontare questo perturbamento, questa rete di interessi criminali fino a un attimo prima silenti (Roma non vuole padroni) e che dal 7 agosto invece comincia a muoversi, ad agitarsi, rivelando così una città di sopra e una di sotto, quest’ultima non solo è sterminata ma è sconosciuta ai più.

Questa rete di interessi criminali che Fagnani racconta, unendo i fili, segnando gli snodi, raccogliendo le chat dei criminali (un gran lavoro di ricerca nei verbali d’inchiesta che danno carattere narrativo ai personaggi), costruendo capitolo dopo capitolo, criminale dopo criminale, un racconto collettivo, si estende non solo in alcuni quartieri di Roma, ma tocca l’hinterland napoletano (il gruppo che gestisce tutto e dai cui tutto si declina è quello dei Senese) e arriva all’Albania (ci sono ritratti raccapriccianti di cos’è la criminalità albanese oggi) e naturalmente punta ai cartelli Sud Americani.

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Cosa viene fuori? Una ragnatela. Non certo limitata a qualche angolo di muro abbandonato, ma estesissima, vischiosa e che ci riguarda: se non la vediamo è solo per pigrizia o per convenienza. Per pigrizia, perché in questi anni, forse attratti e inebetiti dalla grande bellezza della città, o persi in altre questioni, non si siamo resi conto di quanti morti, di quante torture (e con che violenza sono avvenute) si sono verificatesi in città. Nemmeno ci siamo resi conto che questa ragnatela è globale e locale insieme, ciò vuole dire nella sostanza che ogni volta che qualcuno tira cocaina, diciamo così a Ponte Milvio, qualcuno tra Napoli, l’Albania, e il Sud America ne risente, viene torturato o muore.

Come vedete, scusate il bisticcio, ci conviene non vedere, perché è vero i criminali, è vero la mala albanesi e i narcotrafficanti, ma in questa ragnatela entra anche il consumatore, è lui che finanzia il sistema: come fare a non finanziarlo senza ledere la libertà del singolo sarà materia di studi e riflessioni per i prossimi anni. Intanto Mala di Francesca Fagnani ci dà una descrizione narrativa, precisa e scientifica del fenomeno criminale, poi toccherà a noi, una volta prese le misura decidere che fare. 

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