Ma tu vedi se proprio nella settimana santa dovevamo assistere a questa pilatesca funzione in cui viene sacrificato, in nome di un Barabba, un Jesus costretto a portare la croce della giustizia, nonostante si sia proclamato più volte figlio di un Dio della verità. Una verità che in mancanza di prove giuridicamente inconfutabili, ha partorito sul Golgota della procura federale una sentenza pilatesca, che per equilibrismo verrà ricordata anche negli spettacoli circensi e per strabismo nel reparto oculistico del Monaldi.
Credevamo fosse arrivato il tempo per punire con le giuste sanzioni la stupidità razzista in tutti i campi della società, compresi quelli di calcio.
Tuttavia anche se il mondo pallonaro si è mostrato ancora una volta impreparato a prendere una decisione netta e chiara, noi tifosi napoletani, o meglio noi napoletani tutti, il nostro credo ce l’abbiamo e la Pasqua la vogliamo festeggiare con Jesus dandogli la fascia di capitano. Una fascia che ha il significato di un ramoscello d’ulivo, in un mondo fatto di isterici imbecilli che scatenano guerre e rappresaglie al primo dispetto. Jesus ha dimostrato col suo ragionamento in campo e per tutta la settimana, di tenere i riflettori accesi su un problema che non può essere archiviato con una sentenza insipida, né tanto meno con uno slogan sulle magliette.