Stipendi alti? «È il contrario, i neolaureati prendono pochissimo». I giovani farmacisti protestano

Una farmacia
Una farmacia
Marco Agrustidi M.A.
Sabato 4 Maggio 2024, 05:00 - Ultimo agg. 16:58
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E stato calcolato che in tutto il Friuli Venezia Giulia manchino circa cento farmacisti. Ci sono posti vuoti da coprire, nuove mansioni da aggiungere al normale lavoro dei punti vendita. Eppure anche in questo caso si tratta di profili che si fa fatica a trovare. Un lavoro a tempo indeterminato e sicuro. Ma così ben pagato come si crede? Evidentemente anche in questo caso la verità sta nel mezzo. Perché da un lato ci sono gli ordini professionali e le associazioni di categoria, che lamentano la carenza di manodopera; dall’altro, invece, c’è la voce dei giovani farmacisti. E sembra a tratti di sentire le stesse lamentele che arrivano dagli aspiranti baristi, cuochi e camerieri. Le paghe, in poche parole, non sono così allettanti. Anzi. 


LA LETTERA


A scrivere al Gazzettino è stato un giovane farmacista del Friuli Venezia Giulia, che ha chiesto di rimanere anonimo in quanto ancora in attesa di un impiego in regione. Il quadro che dipinge è diametralmente opposto a quello che invece viene proposto dai datori di lavoro. «La paga - è la testimonianza - non è di tutto rispetto come definito da qualcuno, ma ferma da anni a causa di un contratto non rinnovato. Non supera i 13 euro l’ora dopo dieci anni di anzianità e che per un neolaureato arriva forse a 10 euro per ogni ora di lavoro». E ancora: «Questa è la causa principale della carenza di manodopera, una definizione fuorviante, tra l altro, a livello nazionale - prosegue lo sfogo del giovane farmacista -. Un centro che esegue telemedicina, esami ematici, prenotazione di visite e altri servizi ambulatoriali già da tempo, non è definibile come un punto vendita». Ma - sottinteso - come un centro medico a tutti gli effetti. Poi l’attacco più diretto: «Questa definizione è figlia della cecità imprenditoriale di molti signori titolari, che sfruttano un nobile titolo di studio ai fini della gestione di un esercizio commerciale.

Approfondendo la questione, si può trovare un disagio e un dolore che molti farmacisti e collaboratori cercano di far sentire». 


IL CONTESTO


Ad oggi, secondo le stime dei professionisti, non basterebbero nemmeno cento farmacisti professionisti per coprire le esigenze dei punti vendita in Friuli Venezia Giulia. Un fabbisogno che cresce sempre di più, seguendo il ritmo di crescita delle farmacie stesse, alle quali ormai è richiesto un salto di qualità prima impensabile, con sempre più servizi da offrire al cliente rispetto al passato. Nel dettaglio, nel solo Friuli Occidentale si stima che servano immediatamente trenta farmacisti laureati per coprire le necessità del territorio. «Si tratta - aveva spiegato il presidente provinciale di Federfarma, Francesco Innocente - di professionisti che troverebbero lavoro all’istante ma che allo stato attuale mancano all’appello». E si parla - è bene specificarlo - di impieghi a tempo indeterminato con uno stipendio di tutto rispetto. Se poi si estende il raggio dell’indagine a tutto il territorio delle province di Pordenone e Udine, il numero dei farmacisti mancanti sale invece a circa un centinaio di figure professionali attualmente mancanti. Il risultato? È quello simile a ciò che avviene in altri settori. I piccoli punti vendita, specialmente quelli dei paesi più isolati, devono arrangiarsi come possono per evitare di chiudere. E gli altri si gestiscono con turni “tirati” con il personale che c’è a disposizione. Non sono più le farmacie di una volta. I punti vendita sul territorio, oggi sono chiamati a tutta una serie di servizi aggiuntivi che prima non erano nemmeno contemplati. Un esempio? La telemedicina. Oggi in tante farmacie del Friuli Venezia Giulia è possibile sottoporsi ad esami come l’elettrocardiogramma. 

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