PERUGIA - Ostie consacrate usate per riti satanici. Talmente preziose per chi le cerca da arrivare a pagarle anche oltre 150 euro ciascuna, soprattutto se portate via da santuari e cattedrali. È per questo motivo che il tentato furto scoperto il giorno di san Marco, il 25 aprile, dal santuario di Ponte della Pietra ha fatto pensare subito a un colpo su commissione, con le ostie come obiettivo. Come raccontato ieri su queste colonne, c'è stata un'irruzione all'alba, con le comunità di Ponte della Pietra e Prepo che erano pronte a festeggiare il loro patrono con un ricco programma religioso e di eventi finito con i tradizionali fuochi d'artificio, i primi senza il mitico Gino Gianvittorio, scomparso otto mesi fa.
I botti, nelle prime ore della mattina, però intanto li avevano fatti i ladri, che sono entrati in chiesa adesso sembra per rubare le offerte o qualche oggetto prezioso. Ma l'allarme e la voce girata veloce per la comunità della parrocchia che comprende anche San Faustino sono giustificati da una certezza: anche in Umbria, anche nella diocesi di Perugia - Città della Pieve, è altissima l'attenzione per evitare che le ostie finiscano in mani sbagliate. Che il «corpo di Cristo» che rappresentano non finisca al centro di messe nere o riti satanici. Un fenomeno, confermano i ben informati, che tocca anche le chiese umbre, tanto che nel Perugino non mancano le precauzioni. Proprio nei santuari e nelle cattedrali, infatti, durante la celebrazione dell'eucarestia all'interno delle messe è prevista la presenza discreta di chi deve controllare la fila dei fedeli. Per capire chi prenda in mano l'ostia e chi invece la metta in tasca o in borsa, per portarla a chi sa chi.
Da quando infatti è prassi che la comunione possa “prendersi” a mani giunte e non direttamente tra le labbra per mano del sacerdote, sembra più facile non rispettare il sacramento, con chi si infila tra le fila di fedeli per racimolare un guadagno facile, se si sa a chi vendere poi l'ostia consacrata, senza contare l'invio di finti fedeli su commissione. È chiaro come chi aiuta il prete in questo controllo preventivo debba essere capace di discernere caso per caso: se ci si trovi magari davanti a persone confuse o con disagi o addirittura a fedeli ma di altre confessioni religiose che pensano all'ostia quasi come fosse un gadget da riportare a casa, come accaduto tempo fa in una chiesa di Perugia. Un atteggiamento considerato comunque irrispettoso, ma in qualche modo veniale.
Chi controlla quindi deve comprendere chi ha davanti e agire di conseguenza.