Salerno, avvocato vittima di stalking: «Noi a rischio come i medici, servono più tutele»

Le reazioni dei presidenti dell'Ordine e della Camera penale e del sindacato Mga: dalle carenze sanitarie ad una legge da rivedere

Uno stalker telefonico
Uno stalker telefonico
di Petronilla Carillo
Domenica 5 Maggio 2024, 06:20
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La notizia dell’avvocato stalkerizzato, minacciato e vittima di due attentati da parte di un suo cliente, ha fatto breccia nel mondo dell’Avvocatura salernitana. Quello che ha colpito i suoi colleghi, penalisti e non, è soprattutto il grido di dolore dell’avvocato Alfonso Botta e la sua incessante richiesta di tutela,a suo avviso, non soddisfatta. Per il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Salerno, Gaetano Paolino, «i fatti che si sono verificati in questi giorni ai danni del collega penalista sono gravissimi tenuto conto che il collega, pur esercitando il mandato ricevuto dal cliente con la consueta diligenza e deontologia, è stato vittima di ripetute aggressioni e di gravissimi, non tollerabili, atti vandalici. Conosco bene Alfonso e la sua professionalità, ed esprimo nei suoi confronti e della famiglia piena solidarietà, con fermezza e affetto, a nome mio e del Consiglio». Quindi aggiunge: «Confido che le azioni della magistratura e delle forze dell'ordine, già prontamente intervenute a tutela del collega e della famiglia, continueranno a essere idonee e incisive anche attraverso la necessaria attività di tutela e vigilanza per evitare che non si verifichino più episodi analoghi. È notorio che l'attività che, quotidianamente, viene svolta dagli avvocati, specie negli ambiti del diritto penale, sia estremamente delicata e che siano necessarie tempestive ed efficaci tutele. Come Consiglio continueremo a vigilare e a impegnarci ancora di più per garantire il rispetto pieno delle funzioni e lo svolgimento libero e indipendente dell'attività. Ribadisco la piena solidarietà al collega Alfonso Botta al quale assicureremo ,ove necessario, l'assistenza necessaria per l'immediato futuro».

IL SINDACATO

Valentina Restaino, tesoriere nazionale di Mga - sindacato nazionale forense e referente dello stesso per il distretto Salerno, punta l’indice su un altro problema: la mancanza di strutture sanitarie e di assistenza per persone che presentano disagi psicologici (come affermato nell’intervista rilasciata a Il Mattino dalla vittima). «Senza dubbio noi avvocati siamo terminali delle insoddisfazioni e delle difficoltà dei nostri clienti. Ma non più e non meno di altre categorie professionali, penso ad esempio ai medici di pronto soccorso. Al di là della misura cautelare adottata dal giudice, sulla quale non posso esprimermi non conoscendo le carte, mi chiedo, leggendo il racconto dei fatti, come mai all’aggressore non sia mai stato fatto un Tso». E ancora: «Ogni giorno ci scontriamo con il mal funzionamento delle Rems e dei protocolli da adottare nei confronti di persone che hanno problemi psicologici e che spesso, una volta terminato il Tso o scontata la pena, continuano ad essere abbandonati a se stessi.

Se hanno famiglie che possono sostenerli oltre a loro sono abbandonate anche le famiglie. Su questo punto occorrerebbe davvero una modifica del quadro normativo».

LA CAMERA PENALE

Per il presidente della Camera penale Luigi Gargiulo, invece, il problema è legato ad una legge, come quella del codice rosso, «che fa acqua da tutte le parti perché ad una celerità delle investigazioni richieste, con tempi cadenzati, fa da contraltare un numero esiguo di maestranze». E non solo. Per il presidente dei penalisti, che esprime «solidarietà al collega che è uno dei nostri più validi iscritti», il reato di stalking «è modaiolo ed abusato a volte anche dalle vittime, per questo motivo a volte si va cauti nelle misure da adottare. Io stesso, assieme al procuratore aggiunto Rocco Alfano, ho tenuto un corso ai commissari di polizia giudiziaria in Prefettura ed entrambi ci siano scontrato con il ridotto numero di personale da applicare a queste indagini».

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