Le forze del male e i loro tanti strumenti per occultare tesori e patrimoni illeciti. C’è uno sfondo di illegalità enorme dietro le attività della criminalità organizzata: costretti a reimpiegare e investire i propri guadagni, i clan operano sempre più spregiudicatamente riciclando, autoriciclando, simulando fallimenti ed evandendo il fisco.
È su questo versante che l’azione di contrasto alle cosche da parte della Guardia di Finanza è diventata incessante: lo testimoniano i 60 milioni di euro sequestrati dall’inizio dell’anno a varie organizzazioni camorristiche di Napoli e provincia.
A garantire le necessarie sinergie e un coordinamento fondamentale tra autorità giudiziaria e fiamme gialle è la Prefettura. E ieri proprio il prefetto del capoluogo campano, Michele di Bari ha fatto il punto della situazione in tema di contrasto alla criminalità economica attraverso azioni volte a colpire i patrimoni delle organizzazioni criminali.
Da inizio anno sono dunque stati sequestrati beni per 60 milioni di euro. Sotto un altro fondamentale coordinamento - quello delle Procure competenti sul territorio partenopeo - dall’inizio dell’anno i reparti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli (guidata dal generale Paolo Borrelli), al termine di delicate indagini di polizia economico-finanziaria hanno eseguito 16 decreti di sequestro di beni.
Sono stati posti i sigilli, in particolare, su innumerevoli unità immobiliari (tra cui ville di pregio e appartamenti, anche all’estero), beni mobili registrati (tra cui yacht e auto di lusso), disponibilità finanziarie su conti correnti, quote societarie. I provvedimenti sono stati eseguiti nei confronti di 67 persone fisiche e giuridiche indagate, a vario titolo, per reati fiscali, bancarotta fraudolenta, riciclaggio, autoriciclaggio, falsificazione e spendita di monete contraffatte, truffa, ricettazione, indebita compensazione di crediti inesistenti e attività finanziaria abusiva.
Il prefetto ha evidenziato che “il sequestro di patrimoni illeciti, detenuti in Italia o all’estero, assume un valore anche “sociale”, poiché consente di restituire alla collettività le ricchezze accumulate nel tempo dalla malavita.
Il prefetto ha espresso il proprio plauso alle forze di polizia e un ringraziamento particolare alle autorità giudiziarie, per gli importanti risultati ottenuti nelle inchieste portare a termine nei primi quattro mesi dell’anno.