Gli Stati Uniti agiranno se la Cina non smetterà di fornire alla Russia materiale, «non in termini di armi ma di componenti per la base industriale della difesa», che è utilizzato per l'aggressione all'Ucraina. Il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha messo in guardia con toni netti la leadership mandarina al termine della sua visita in Cina di tre giorni, rimarcando in un'intervista alla Bbc prima di lasciare Pechino di aver sottolineato alle controparti cinesi che stanno «contribuendo ad alimentare la più grande minaccia» alla sicurezza europea dai tempi della Guerra Fredda.
Blinken-Xi, una giornata di colloqui
Un sussulto a conclusione di una giornata segnata da toni molto più ecumenici usati da entrambe le parti, a dispetto delle turbolenti previsioni. Blinken è stato impegnato in una maratona di colloqui a tutto campo di oltre 5 ore con l'omologo Wang Yi, ha incontrato il ministro della Pubblica sicurezza Wang Xiaohong («sono stati fatti passi avanti» sul narcotraffico e la Cina sta dando informazioni «per reprimere la piaga del fentanyl») e poi il presidente Xi Jinping. Con il quale, nelle sale dorate della Grande sala del popolo, il clima è stato molto cordiale.
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Xi: «Cina e Stati Uniti siano partner»
Indossando un'inedita cravatta blu con disegni bianchi invece della solita monocolore, Xi ha detto che «i due Paesi dovrebbero essere partner piuttosto che rivali, onorare le parole con le azioni piuttosto che dire una cosa e farne un'altra».
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Cina, il nodo Taiwan
Il segretario di Stato ha poi ribadito che gli Usa mantengono «il rispetto della politica dell'Unica Cina» e sostengono la «stalibilità nello Stretto» di Taiwan, ma ha anche «chiarito che mentre gli Usa continueranno ad allentare le tensioni, i nostri impegni di difesa verso le Filippine restano ferrei». Pertanto, l'invito è ad evitare «azioni pericolose nel mar Cinese meridionale». Interessante anche la lettura cinese della maratona Blinken-Wang, secondo cui le relazioni si sono «stabilizzate», ma i fattori negativi stanno «crescendo». Consentire che le tensioni si trasformino in conflitto, ha avvertito il ministro degli Esteri, sarebbe «perdente» per tutti. Wang si è lamentato delle azioni Usa contro «il legittimo diritto della Cina» e «i suoi interessi fondamentali costantemente messi in discussione. Questa non è l'eliminazione dei rischi ma la loro creazione».
Tutte obiezioni respinte da Blinken: «Ciò su cui ci concentriamo sono le pratiche messe in atto dalla Cina che sono ingiuste e minano le nostre imprese e i nostri lavoratori», ha detto, riferendosi ai sussidi industriali che secondo i critici gonfiano la sovraccapacità e portano all'export a basso costo sui mercati globali. «La Cina è responsabile di un terzo della produzione globale ma di appena un decimo della domanda globale. Quindi c'è una chiara discrepanza, è un film già visto...". Alla fine il ministero degli Esteri cinese ha dato conto del «consenso su 5 punti»: sviluppo dei legami; livello di comunicazione alto, anche militare; avvio del dialogo sull'intelligenza artificiale; più scambi interpersonali; consultazioni «su hotspot internazionali e regionali». Nel frattempo Xi ha chiesto a Blinken «di portare i suoi saluti al presidente Joe Biden». Mentre il segretario di Stato, ancora sulla Russia, ha detto ai media che «dovremo vedere quali azioni seguiranno» dopo gli incontri. L'attenzione è rivolta alla visita in Cina di maggio che Vladimir Putin ha annunciato giovedì di voler fare da Xi, definito un «amico» e un «vero uomo».