Campi Flegrei: terminati i lavori,
riapre la Grotta di Cocceio

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È prevista per fine gennaio la conclusione dei lavori di restauro e consolidamento della Grotta di Cocceio,  la mirabile opera d’ingegneria militare romana che collegava l'antica città di Cuma con i laghi d’Averno e Lucrino, nei Campi Flegrei.   

Dopo la realizzazione di opere di contenimento dei terrapieni, la verifica dell’impianto di illuminazione e i controlli necessari alla fruizione, l’apertura del camminamento d’epoca romana risalente al I sec.a.C. sembra, dunque, essere imminente. Si attende solo l’annuncio ufficiale da parte della Soprintendenza.

Dopo una serie di “stop & go” dovuti in passato a problemi di diversa natura, crolli, ostruzioni, fino alla recente presenza di una comunità di pipistrelli appartenenti a una specie protetta, finalmente i lavori complementari di recupero e restauro conservativo della grotta, iniziati a maggio 2017 e finanziati con Fondi Por Campania, sono in dirittura d’arrivo.

Tra non molto, dunque, turisti e visitatori potranno entusiasmarsi  osservando  la mirabile opera d’ingegneria  militare romana, voluta dallo stratega Marco Vipsano Agrippa nel 37 a.C. per collegare la rocca di Cuma con i cantieri navali allestiti presso i laghi d’Averno e Lucrino e quindi con Portus Jiulius.

In origine il traforo era lungo circa mille metri a sezione trapezoidale e largo abbastanza da poter consentire il passaggio di due carri, mentre aria e luce penetravano attraverso sei fori scavati nella collina: qui Virgilio aveva collocato l'ingresso agli Inferi, come lo descriveva nel sesto libro dell'Eneide. Abbandonata in epoca medievale, da allora diverse leggende caratterizzarono la Grotta romana. Nel Cinquecento un nobile Pietro di Pace, dilapidò le sue fortune cercando al suo interno un tesoro che non troverà mai. Durante la seconda guerra mondiale la Grotta subì rovinosi danni: utilizzata come deposito di esplosivi, l’esplosione voluta di alcuni ordigni la rese impraticabile rendendola chiusa al pubblico, fino ad oggi.