Mondragone, due risse in pochi giorni, cresce la paura: allarme sicurezza e rischio escalation

Lavanga: «Stiamo lavorando in sinergia con le istituzioni»

Due risse in pochi giorni, cresce la paura allarme sicurezza e rischio escalation
Due risse in pochi giorni, cresce la paura allarme sicurezza e rischio escalation
di Pierluigi Benvenuti
Lunedì 6 Maggio 2024, 08:48
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Continuano le indagini dei carabinieri del reparto territoriale e della stazione di Mondragone per fare chiarezza sulla rissa scoppiata nella tarda serata di sabato sul lungomare, nel cuore della movida cittadina. L'episodio ha visto come protagonisti in negativo una decina di giovani e giovanissimi italiani e un immigrato di origini indiane. La lite potrebbe essere stata scatenata da futili motivi: dalle parole si sarebbe passati ai fatti e l'indiano, rimasto ferito a un orecchio, è stato trasportato in ospedale da un'autombulanza. Il tutto è avvenuto sotto gli occhi di centinaia di persone, spaventate e atterrite per un'inutile manifestazione di violenza.

L'episodio segue di pochi giorni la guerriglia urbana scatenata dagli immigrati bulgari tra viale Margherita e via Savona, con decine di persone a inseguirsi per strada con mazze e bastoni e lanci di pietre. I due eventi hanno rilanciato l'allarme su sicurezza e ordine pubblico a Mondragone. I cittadini sono spaventati e si chiedono cosa stia accadendo. Bastano la presenza di gruppi di immigrati, gli episodi di microcriminalità, lo spaccio di droga, le difficoltà economiche crescenti a spiegare tutto questo? O c'è un rischio di tenuta sociale ed episodi più gravi? Il sindaco Francesco Lavanga l'altro giorno ha incontrato il prefetto di Caserta e i vertici provinciali delle forze dell'ordine per invocare un maggiore presidio dello Stato e uno sforzo maggiore per garantire e tutelare ancora di più la città. Dopo la rissa dell'altra sera spiega: «Sono in corso indagini sull'accaduto e quindi ogni ulteriore valutazione sarà effettuata successivamente. È però opportuno precisare una cosa.

Mondragone è una stupenda città che sta cercando di costruire un futuro nuovo, diverso, migliore. Tanti giovani stanno facendo enormi sacrifici per migliorarsi, creare nuove attività commerciali e quindi nuove opportunità di lavoro per tanti altri ragazzi che hanno scelto di non abbandonare il proprio territorio. Certamente le difficoltà sono presenti come lo sono in altre realtà molto più rinomate».

Lavanga non nasconde la complessità della situazione ma lancia un appello alla responsabilità, a evitare superficialità e strumentalizzazioni politiche che potrebbero scatenare eventi peggiori. «Come sindaco sto cercando di fare il massimo e insieme all'amministrazione stiamo lavorando in sinergia con le istituzioni superiori per cercare di risolvere problematiche complesse che non trovano soluzioni in post su Facebook o in un commento molte volte privo di contenuti seri. Questi atteggiamenti servono solo a creare ulteriori frizioni e paure oltre a istigare le persone a farsi giustizia da sè.

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Non funziona così in un paese civile. Le problematiche vanno risolte nelle sedi opportune e con strumenti adeguati, che stiamo cercando di predisporre insieme alle forze dell'ordine per risolvere e non creare il problema». Per il segretario cittadino di Fdi Antonio Belli «il sindaco Lavanga ha fallito e si deve dimettere. Ha promesso sicurezza, pulizia ed economia. La disoccupazione è al 50% e i giovani fuggono mentre la percentuale di stranieri sale al 25%». I meloniani attraverso i propri rappresentanti parlamentari hanno portato a conoscenza del ministro degli Interni Piantedosi «il fenomeno ormai divenuto piaga sociale della presenza indiscriminata e fuori controllo della comunità bulgara sul territorio».

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