Apicoltura, crisi no-stop «Comparto in ginocchio, tanti hanno già mollato»

Riscaldamento globale e pesticidi mettono a rischio le api

Apicoltura, crisi no-stop «Comparto in ginocchio, tanti hanno già mollato»
di Antonio Martone
Martedì 7 Maggio 2024, 09:16
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La morìa delle api è un fenomeno che coinvolge anche il Sannio che, come è noto, è all'avanguardia in termini di produzione, qualità e numero di operatori coinvolti. A rischio la prosecuzione dell'attività di molte aziende; diverse stanno già chiudendo i battenti. Notevoli le ripercussioni economiche per un settore che contribuisce in maniera considerevole al pil provinciale.

«Il riscaldamento globale, infezioni parassitarie, pesticidi - dice l'apicoltore Carmine Luciani, titolare di Agricola Sannio - sono la causa principale di questo problema, che ci sta mettendo in ginocchio.

Anche a Benevento e in provincia i dati relativi all'inquinamento non sono positivi. Questa situazione va assolutamente definita perché le api sono le sentinelle dell'ambiente. Sono una specie fondamentale per l'equilibrio degli ecosistemi dell'impollinazione e da esse dipendono gran parte delle reti alimentari terrestri».

Proprio per sensibilizzare l'opinione pubblica e in particolare studenti e autorità, è stato promosso anche nel Sannio l'evento «Mielerie aperte», in programma domenica 19 e lunedì 20. Una due giorni per vivere, degustare e contemplare i tesori dell'alveare. Nei laboratori saranno accolti grandi e piccoli per vivere il mondo delle api e ci sarà anche una dimostrazione della smielatura. La manifestazione si svolge sotto l'egida dell'Unaapi, Unione nazionale di associazioni di apicoltori italiani, e mira a spiegare mieli, pollini, propoli e pappa reale del territorio sannita. «Un momento ideale - si legge in una nota - per raccontare le origini dei mieli, dei loro sapori, con la possibilità di scoprire strumenti e spazi nei quali apicoltori e api generano questi tesori. Obiettivo comune e condiviso per tutte le mielerie del Sannio è, dunque, la voglia di aprire le porte ai consumatori per raccontare da vicino le sfide quotidiane delle api e dei loro allevatori per preservare la qualità e la magia degli alveari e dei loro prodotti, amati da tutto il mondo fin dalle epoche più antiche».

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L'apicoltura, oltre che nel Sannio, è particolarmente sviluppata in Campania. Basta pensare che all'Apas apicoltori sono ben 450 gli iscritti della regione che, come numero, sono secondi in Italia. Considerevole il contributo sannita. Tra l'altro la stessa provincia ha ottenuto, nel 2020 e nel 2021, la medaglia d'oro alla manifestazione «London International Honey Quality Competition», svoltasi appunto a Londra con Agricola Sannio, per non parlare di riconoscimenti e premi assegnati dall'Accademia della Cucina. Il miele sannita è considerato un lusso, sia per la produzione di torroni che di altri dolci.

Ma la crisi si sta accentuando, come conferma lo stesso Luciani: «Non vogliamo piangerci addosso, purtroppo la situazione peggiora di anno in anno. Pensavamo di aver visto il peggio l'anno scorso, ma quest'anno è ancora peggio. La primavera pazza sta massacrando l'apicoltura sannita e della nazione. Passiamo da picchi di 26 gradi alla comparsa improvvisa della neve sulle montagne. Al di là della pioggia, come è noto, in determinate condizioni le api non possono uscire e pertanto non mangiano e muoiono di fame. Ovviamo a ciò con nutrizioni zuccherine per tenere gli alveari in vita, ma questa soluzione accorcia ugualmente la loro vita. Nei precedenti 9 anni non era mai accaduto che morissero delle famiglie, quest'anno e nel 2023 invece sì. Una situazione di estrema gravità ambientale. Il miele si fa in 45-60 giorni e il periodo di produzione è proprio questo, lascio immaginare i danni che stiamo registrando. Sono enormi, il settore apistico è in ginocchio. Dopo il lavoro incessante di un anno si rimane quasi a mani vuote - conclude -, ecco perché in tanti hanno deposto le armi e nelle campagne sono tanti gli alveari ormai vuoti».

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